Mi iscrissi, nell'anno 2016-17, al secondo periodo dei corsi serali per adulti tenuti dall'istituto. Desideravo acquisire il diploma di scuola superiore di II grado per proseguire poi gli studi, iscrivendomi all'università. Tale scelta rappresentava un modo per riscattarmi da una condizione socio-economica piuttosto difficile (vivevo e vivo tuttora in piena povertà). Il corso proseguì serenamente sino alla sera dell'otto maggio 2017, quando accadde un fatto più che spiacevole. Una professoressa del corso, in seguito ad una domanda che le posi a riguardo di due prove, usò gridare e umiliarmi, senza fornire alcuna risposta. Sino ad allora avevo tenuto un atteggiamento corretto, aperto e disponibile nell'ambito del corso, ed il mio ruolino (valutazioni) era più che positivo. Denunciai quindi il fatto al referente dei corsi il quale mi disse, in chiusa del colloquio dove esposi ciò che era accaduto: "È una donna: è lunatica". Tale considerazione di carattere a dir poco sessista, aggiunta alla manifestazione umiliante della professoressa, la quale era al suo primo anno di insegnamento presso un corso serale per adulti - corsi rivolti agli adulti per il quale insegnamento, seppi in seguito, gli insegnanti non ricevettero alcuna formazione -, tale considerazione mi fece provare un forte sentimento di sfiducia verso l'istituzione, a tal punto che, nonostante gli eccellenti voti maturati, mi ritirai. Mi ritirai per tentare di salvaguardare la mia salute. In seguito all'accaduto infatti, prima di raggiungere l'edificio nel quale si teneva il corso, rigettavo; rivivevo giornalmente e rivivo tuttora giornalmente quel che avvenne la sera dell'otto maggio '17; provavo vertigine, senso di impotenza e di mortificazione con il corollario di sintomatologie fisiche e psichiche che tale stato produce. A distanza di sei anni ho perduto molte di quelle che erano le mie peculiarità. Amavo studiare, amavo apprendere, amavo impiegare le conoscenze acquisite per scrivere articoli e romanzi. Avrei desiderato, grazie al diploma, iscrivermi all'università per poter rendere il mio contributo intellettuale, non soltanto per trarmi da una condizione di disagio economico. Mi spiace che la mia esperienza sia andata in questo modo. Purtroppo da allora, per via della tensione interiore formatasi a causa dell'umiliazione subita - mai mi era successo di ricevere un trattamento di questo genere - è insorta una seria patologia, oltre ad aver perduto la fiducia verso le istituzioni. Allora mi sentii completamente indifeso di fronte all'accaduto e non feci nulla, chiudendomi in me stesso; seppi poi che è possibile audioregistrare le lezioni, con o senza il consenso degli interlocutori, insegnanti compresi, purché si sia presenti mentre si registra e purché non si divulghi la registrazione, se non nelle sedi di competenza. Se l'avessi saputo avrei registrato e denunciato ad altra istituzione l'accaduto, fornendo la prova della registrazione. Spero che la mia esperienza sia utile affinché certe evenienze non abbiano più a ripetersi. Ad oggi ho deciso di riprovare a prendere il diploma, naturalmente in un altro istituto, seppur non possa più contare sulla prontezza intellettiva che fornivo allora, oltre a non fidarmi più dell'istituzione scolastica, la quale dovrebbe invece garantire idealmente un ambiente sicuro per ogni persona che lo frequenta, specialmente per le persone più esposte ai disagi e, per questa ragione, fragili, quali potrebbero essere i diversi adulti che si rivolgono verso questi corsi per tentare di risolvere condizioni esistenziali complesse, spesso non felici.