Né maschile né femminile ma “ze”.
Via “she” o “he”a Londra, anzi precisamente in uno dei centri accademici più importanti al mondo, Oxford, dove si sta tentando di introdurre una forma di pronome neutro, “ze”.
Una forma che linguisticamente non esiste ma si rende necessaria per rispettare tutti coloro che non si identificano nel genere maschile o femminile e che potrebbe essere una valida alternativa contro ogni discrimine.
Secondo alcuni attivisti dei diritti delle comunità Lgbt, il portavoce è Peter Thatchell, è tutta una questione di rispetto e correttezza che, secondo il sindacato studentesco, rientra nel codice di condotta dell’università; sbagliare il pronome andrebbe quindi contro le stesse regole dell’accademia e bisogna garantire il diritto al NON autodefinirsi.
Il comitato studentesco che ha lanciato l’iniziativa vorrebbe che anche i docenti cominciassero ad usare “ze” nelle sue forme declinate: “hir” o “zir” per l’accusativo, “zirs” o “hirs” per il genitivo e “zirself” per il riflessivo. Anche Cambridge, secondo le notizie del Sunday Times, si starebbe mobilitando per introdurre nell’ateneo questo nuovo pronome.