La figura del preside era, un tempo, vista dai ragazzi con timore e soggezione. Il preside era colui che ti aspettava nel suo ufficio in caso di cattiva condotta in classe e un suo rimprovero ufficiale era peggio di una nota sul registro.
Ma come è cambiata la figura del preside negli ultimi anni? Il ruolo dei Capi d’Istituto ha subito importanti trasformazioni soprattutto a partire dal 1997, quando è stata emanata la legge sull’Autonomia scolastica. La Legge n. 59/97, sull’Autonomia appunto, ha attribuito ai Capi d’Istituto la funzione dirigenziale, trasformando i Presidi e i Direttori didattici in Dirigenti scolastici. Quali sono concretamente i compiti del dirigente scolastico? Intanto a lui è affidata la gestione completa della scuola, di cui lui è l’unico legale rappresentante. Inoltre spetta a lui organizzare le risorse finanziare e strumentali, oltre al coordinamento delle risorse umane. È sempre il preside che organizza le attività scolastiche, che deve assicurare la qualità della formazione e la collaborazione culturale, interagendo con gli Enti locali della sua area di competenza. Un buon preside è insomma colui che, dopo aver insegnato per molti anni e aver vinto un concorso, prende a cuore la scuola che gli viene assegnata e mette i bisogni dei ragazzi e il buon funzionamento dell’istituto al primo posto dei suoi obiettivi. Ma è davvero sempre così? La riforma proposta al Parlamento dalla coppia Renzi-Giannini, la legge n. 107/2015 del 2015, che ha ampliato ulteriormente i poteri del dirigente scolastico, ha portato malcontento tra i docenti, che il 5 maggio dello stesso anno erano scesi in piazza a scioperare. Quello che aveva acceso gli animi di docenti ma anche di alcuni dirigenti stessi era proprio il punto riguardante questa figura: tra le competenze del capo d’istituto infatti è stata inserita la compilazione del Piano triennale dell’offerta formativa della scuola, il documento politico-organizzativo dell’azione educativa, che svuota così gli organi collegiali di importanti poteri deliberanti. Passa nelle mani del capo d’istituto la valutazione dei docenti neo immessi in ruolo e toccherà sempre al dirigente scolastico premiare, con un corrispettivo in denaro, gli insegnanti più bravi.
La novità del preside con i superpoteri aveva spaventato così alcuni diretti interessati e terrorizzato gli insegnanti. Quello che ci si augura al riguardo che a capo degli Istituti ci siano persone competenti, professionali, che prendano sul serio la loro missione e che rendano la loro scuola un luogo sempre più sereno in cui studiare…e insegnare!