In un’epoca che ha visto innumerevoli cambiamenti, se c’è qualcosa che ha subito un vero e proprio stravolgimento è sicuramente il rapporto tra genitori e insegnanti. Vent’anni fa “la maestra aveva sempre ragione” e arrivare a casa con una nota sul diario equivaleva ad una severa punizione anche da parte dei genitori, che avevano nei confronti dell’insegnante una fiducia incondizionata. Oggi la figura della maestra/prof. ha perso notevolmente di autorevolezza. Nell’ultimo periodo in tv e su internet l’attenzione verso argomenti scolastici, educativi e pedagogici è cresciuta moltissimo e ha portato spesso i genitori alla convinzione di sapere tutto. Supportati dalle nozioni ascoltate in qualche talk show o lette su qualche pagina internet, sempre più i genitori contestano i programmi, le scelte e lo svolgimento degli argomenti, i metodi con cui si spiega in classe, cercando in qualche modo di sostituirsi al docente. Ovviamente questa non è la regola, esistono ancora genitori che sanno mantenere i ruoli e insegnano ai loro figli il rispetto per l’istituzione scolastica, ma sono sempre più in minoranza e questo dato è preoccupante. Preoccupante per il mondo degli insegnanti ma soprattutto per quello degli alunni. È andata persa infatti una delle componenti fondamentali per una buona formazione di un ragazzo, ovvero il rapporto di alleanza educativa tra scuola e famiglia. Sempre più spesso nascono gruppi di mamme inferocite che si scagliano su un insegnante che ha “osato” essere troppo severo con i loro figli, visti come ragazzi perfetti e vittime indifese. Così la figura educativa dell’insegnante si svuota di ogni valore e i ruoli in classe si invertono: il potere è in mano alla classe e il prof. deve ubbidire.
Come invertire questa tendenza? Le famiglie dovrebbero smettere di sostituirsi alla scuola ma lavorare accanto ad essa per crescere i figli in maniera più responsabile e corretta. Dovrebbero, in caso di dubbi, rivolgersi a consulenti e specialisti esperti dell’età infantile e non arrivare a conclusioni affrettate e personali. Appoggiare un figlio non significa dargliele sempre vinte, il bambino/ragazzo ha bisogno di sentire l’appoggio incondizionato dei genitori, per capire i propri errori, non per nasconderli.