PROVE INVALSI:OPINIONI A CONFRONTO

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Il Ministero dell’Istruzione ha deciso che gli studenti di tutte le classi seconde e quinte delle scuole primarie, insieme agli studenti di alcune classi delle scuole medie e superiori, dovranno essere obbligatoriamente sottoposti ad una serie di test. Questi test dovranno verificare le competenze degli studenti e il risultato andrà a determinare un punteggio assegnato ad ogni istituto scolastico. Quanto più gli studenti di una certa scuola avranno risposto in maniera corretta, tanto più alta sarà la valutazione di quella scuola. L’agenzia che organizza questo lavoro si chiama INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo e di formazione. Per questo motivo i test prendono il nome di “prove Invalsi”. Queste prove metteranno a confronto le scuole di tutta Italia, che dovranno partecipare seguendo il protocollo di somministrazione. In poche parole si devono rispettare una serie di regole altrimenti alcuni dati risulterebbero falsati e non confrontabili tra loro. L’Italia si è spaccata in due su questa questione, tra favorevoli e contrari. Chi è favore di questi test sostiene che siano utili a capire la reale preparazione degli studenti nei vari Istituti. La valutazione tradizionale degli studenti è fatta dai singoli insegnanti, ognuno dei quali ha la sua testa, i suoi criteri, pesi e misure. L’otto di una scuola o di un insegnante può corrispondere ad un sei di un istituto o professore con criteri valutativi diversi. Si ha quindi un’impossibilità di comparare l’oggettivo stato di conoscenze tra i risultati regionali e di singole scuole. Per affrontare il problema in molti paesi del mondo si fanno test simili agli Invalsi. I test non sono un elemento di giudizio esauriente e conclusivo per dare un giudizio complessivo sulla maturazione degli alunni, ma certamente è un grande aiuto agli insegnanti per sapere cosa gli studenti sanno o non sanno riguardo a discipline fondamentali come la comprensione della lettura e la matematica. E’ anche un aiuto per gli studenti per confrontare in modo più oggettivo il loro sapere con quello dei pari per età e di qualsiasi regione.

Chi è contrario sostiene invece l’impossibilità di valutare una persona con dei semplici test. L’apprendimento non si può valutare allo stesso modo nei diversi contesti, proprio per questo gli insegnanti si confrontano e producono molteplici offerte didattiche, cambiano idea, ascoltano gli allievi e le allieve, ci parlano. Questa è la vera didattica, flessibile, individualizzata, che tiene conto di questi fattori. Inoltre per prepararsi a queste prove, ore di buona didattica vengono sostituite con allenamenti a quiz, soprattutto per il timore dei docenti di fare brutta figura. Così sempre più vengono utilizzate prove a crocette e regole imparate a memoria come una poesia. Prove di questo genere non misurano la buona didattica né il buon insegnante: un buon insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, riesce a coinvolgerli e a motivarli nello studio: tutto questo non è misurabile.

 

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