PET THERAPY: GLI ANIMALI COME TERAPIA

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La Pet Therapy, che significa letteralmente “terapia dell’animale”, nasce all’incirca intorno agli anni ’60 ed è una pratica che sfrutta le sensazioni positive che la vicinanza di un animale può dare ad un essere umano. Spesso si associa questa parola ad un contesto esclusivamente terapeutico ma in realtà la si utilizza anche in contesti educativi o di gioco. Si basa sulle emozioni e sulla forma di comunicazione speciale che si attiva quando un animale e l’uomo entrano in relazione, che fa nascere una sintonia speciale e delicata. Davanti all’animale la persona si sente in pace poiché questo non lo giudica ma anzi si dona a lui completamente, senza pregiudizi o rifiuti. Inoltre con la sua allegria e la sua richiesta di attenzioni stimola il buonumore e accresce l’autostima. È scientificamente provato che fa calmare lo stato d’animo, persino le ansie e le paure spariscono durante questi incontri. Infine un incontro di questo genere stimola nuovi modi di comunicare, che tra esseri umani di solito vengono prevaricati dal linguaggio verbale, e che invece tra uomo e animale ritrovano spazio e senso. Chi trae maggiormente beneficio da questi incontri sono normalmente i bambini, gli anziani, le persone con disabilità sia fisiche che psichiche.

Interagire con un animale può voler dire per un bambino imparare a prendersi cura di qualcuno diverso da sé. L’animale ha per lui un grande significato emotivo: accarezzarlo e coccolarlo provoca un gradevole contatto fisico e stimola creatività e capacità di osservazione.

Un discorso a parte riguarda gli interventi per bambini e ragazzi con disabilità che grazie alla relazione con l’animale possono trovare nuovo entusiasmo e motivazione nell’affrontare piccoli compiti quotidiani e sperimentare una modalità facile e spontanea di interazione. L’importante è che ogni progetto sia costruito sulla persona, valutando le esigenze specifiche. Si devono scegliere per queste terapie solo animali da compagnia, quindi cani, gatti, conigli, asini e cavalli. Ogni animale deve essere certificato e valutato da un veterinario esperto in pet therapy. Requisito imprescindibile è la relazione tra il pet e il suo conduttore, fondamentale per la buona riuscita di un trattamento. Il conduttore è colui che lo ha addestrato e sarà presente in tutte le sedute di terapia. Questa è ovviamente una co-terapia che non vuole sostituirsi alla psicoterapia, alla fisioterapia e soprattutto non può rimpiazzare la terapia farmacologica. Realtà che operano da tempo in questo campo sono l’Ospedale Niguarda di Milano e il Meyer di Firenze. In una seduta di pet therapy è sempre presente un educatore professionale, un educatore cinofilo, psicologi, medici veterinari e altre persone che hanno il compito di supervisionare. Soprattutto per il bambino, il contatto diretto con l’animale offre tanti stimoli di crescita, impara concetti come l’attenzione, il rispetto e la tolleranza. Nel mondo di oggi i bambini sono meno in relazione con il mondo animale rispetto al passato, un peccato visto la ricchezza emotiva che questi trasmettono. La pet therapy è sicuramente un mezzo per recuperare questo rapporto.

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