È sicuramente una scuola speciale quella nata all’’interno dell’ospedale Maggiore di Parma, una scuola che non ha bisogno di campanelle e che non programmazioni didattiche studiate a tavolino ad inizio anno, come accade in tutte le altre scuole. Le aule di questa scuola sono stanze di ospedale, ed esistono grazie alla disponibilità e alla generosità di un gruppo di insegnanti che da oltre cinquant’anni aiutano gli studenti ricoverati a rimanere allenati con gli studi. Fare i compiti è un modo come tanti altri per dare un tocco di normalità alla vita di un ragazzo ricoverato e per affrontare a testa alta la propria malattia.
Sono otto le insegnanti che costituiscono la sezione ospedaliera dell’istituto comprensivo Giacomo Ferrari a Parma. Operano in tutti i reparti di Pediatria del Maggiore e su richiesta anche in altri. Alcuni anni fa, per esempio, hanno aiutato un ragazzo ricoverato in Rianimazione ad affrontare l’esame di terza media. Quest’idea nasce nel 1951 con i bambini delle classi elementari e nel 1995 si estende anche ai ragazzi della sezione secondaria di primo grado. Oggi coinvolge anche studenti delle scuole superiori. Grazie all’iniziativa Concordia magistra vitae si è creata una rete di docenti che coprono tutte le materie e garantiscono a tutti i pazienti, provenienti da indirizzi diversi, di essere preparati al meglio. L’iniziativa, partita da uno slancio di generosità volontario, è adesso finanziata dal ministero della Pubblica Istruzione. La scuola in pigiama segue il calendario normale, dal lunedì al venerdì, con una certa flessibilità quando necessario e cercando di mantenere un rapporto costante con la scuola di provenienza dei ragazzi. I ragazzi lavorano spesso in condizioni incredibili, per esempio durante cicli di chemioterapia. Ci sono studenti che vanno avanti così per mesi, lo studio permette loro di concentrare l’attenzione su qualcos’altro che non sia la malattia o le terapie mediche. Per supportare gli sforzi dei pazienti ogni anno vengono attivati una serie di progetti, volti a implementarne l’autostima e la resilienza. A queste iniziative si affiancano uscite, come quelle dedicate alle visite di castelli e mostre. La sfida è dei ragazzi ma anche dei loro insegnanti, chiamati ogni giorno ad affrontare contesti complicati, e a tirare fuori da questi alunni speciali tutta la forza e le capacità di cui dispongono, nonostante tutto.