Al tempo dell’approvazione della Legge 107, più comunemente conosciuta come “Buona Scuola”, era stata promessa l’introduzione della Storia dell’Arte dopo il danno prodotto dalla Riforma Gelmini, sia nel biennio di tutti gli indirizzi, compresi quelli tecnici e professionali dai quali era stata cancellata, sia nel biennio del Liceo classico dal quale era sparita insieme con la sperimentazione. ma anche stavolta le notizie per i sostenitori di questa materia non sono buone.
Con una nota del 19 aprile il MIUR fa sapere, appunto, i nuovi quadri orari del primo biennio degli istituti professionali con le relative classi di concorso, nei quali non c’è nessuna traccia della Storia dell’Arte. Questa materia non è prevista nemmeno in indirizzi per i quali la materia dovrebbe essere considerata fondamentale.
“Incredibile, inaccettabile, tutto resta come prima, compresa la forte riduzione della materia al Liceo scientifico e in tutti gli indirizzi della scuola secondaria superiore”. Dure le parole di Irene Baldriga, presidente dell’Anisa, l’Associazione nazionale insegnanti di Storia dell’Arte (in tutto circa 1.500), che denuncia: il Governo ha fatto marcia indietro sugli impegni presi, “confermati a più riprese ma di fatto evaporati nella fase di stesura del disegno di legge”.
Nel corso degli anni sono stati numerosi gli interventi parlamentari e gli appelli da parte delle personalità del mondo della cultura per sensibilizzare su questo argomento.
È quanto meno singolare che proprio in un Paese come l’Italia, con uno dei patrimoni artistici più importanti al mondo, che vanta il record mondiale dei siti Unesco (50), 3.400 musei e 2.100 parchi e aree archeologiche, manchi una materia così importante come la Storia dell’Arte, con tutto il valore strategico e sociale che porta con sé. A causa di questa mancanza si rischia di crescere i cittadini del futuro senza che questi abbiano la conoscenza di quanto lo stato in cui vivono sia impregnato di storia e cultura.