La scuola “Calo Pisacane”, situata nel quartiere di Torpignattara, nella Roma est, era fino a qualche tempo fa una scuola che faceva spavento a molti. Questo perché al suo interno vi erano solo bambini stranieri, da poco immigrati in Italia, e la percentuale di bambini italiani era pressoché nulla. I quotidiani e i tg hanno contribuito alla diffusione di questo sentimento di insofferenza e timore, rimarcando spesso nei servizi su questa scuola la sua eccezionalità: il 95% dei suoi alunni era straniero.
Le classi erano effettivamente composte quasi interamente da bambini che non parlavano italiano.
Il flusso massiccio degli stranieri è iniziato nel 2000, e da allora gli italiani hanno cominciato ad andarsene, dalla scuola ma anche dal quartiere. Le straordinarie maestre di questa scuola allora, hanno cominciato a lavorare sui valori dell’accoglienza, imparando a comunicare con i bambini in maniera non verbale.
In questo progetto di integrazione sono state guidate dal gruppo Cemea Onlus e da altre associazioni e pedagogisti.
“E’ stato un periodo di studio, di grande impegno – racconta Anna Ricci, docente presso l’Istituto– grazie al quale abbiamo sperimentato una didattica totalmente nuova. E anche adesso che le cose sono un po’ cambiate, ora che la percentuale di stranieri è molto diminuita, sentiamo che quel bagaglio continua a dare i suoi frutti, dall’asilo nido fino all’ultimo anno di scuola Primaria, in un proficuo percorso di continuità didattica”.
“Certo non è stato facile – aggiunge la maestra Tiziana Borgacci – il primo passo significativo lo facemmo grazie alla coordinatrice di allora, che si diede da fare per aprire una scuola di italiano per le mamme straniere, in grande misura musulmane, quindi spesso vittime della diffidenza dei mariti”.
Torpignattara si dimostra così oggi come un quartiere accogliente, grazie all’incoraggiamento di istituzioni e di associazioni, ma soprattutto per la buona volontà di tanti, residenti e immigrati. Oggi su 120 iscritti della scuola solo 44 sono figli di stranieri.