Non ci sono dubbi che a vigilare gli studenti durante un’occupazione debbano essere i docenti e il personale della scuola, ma anche i genitori non sono esonerati da vigilanza e responsabilità.
Secondo l’articolo del Codice Civile, in caso di “occupazione” dell’edificio scolastico, entra in gioco la “culpa in educando”: i genitori hanno il potere oltre al dovere di esercitare il controllo e la vigilanza sul comportamento dei figli minori.
Le famiglie sono, quindi, responsabili degli illeciti dei propri figli, come nel caso di un’occupazione di una scuola, che, secondo l’articolo 633 del Codice penale, potrebbe essere riconducibile ad attività perseguibile penalmente. Ovviamente questo non esonera, e neanche attenua, gli obblighi di vigilanza degli operatori scolastici.
Bisogna ricordare, inoltre, che per legge non si può impedire l’ingresso nell’edificio scolastico ai professori e agli altri ragazzi che non partecipano all’occupazione, e che è obbligatorio da parte degli “occupanti” lasciare libere le entrate principali. A decretare ciò la Suprema Corte con la sentenza 7084 che respinge il ricorso di uno studente che si è appellato alla libertà di sciopero per gli studenti secondo l’articolo 18 della costituzione.
La Suprema Corte ha invitato gli studenti a forme di protesta meno invasive.