In una scuola del New Jersey una maestra è stata licenziata in tronco perché avrebbe rivelato ai suoi alunni, a pochi giorni dal Natale, che Babbo Natale non esiste.
Si trovava in una classe della scuola elementare di Montville in veste di supplente quando, per motivi del tutto inspiegabili, l’insegnante ha deciso di confessare ai suoi piccoli allievi che il magico mondo popolato di fate dei dentini, elfi, renne volanti e coniglietti di Pasqua in realtà è frutto della fantasia degli adulti.
I bambini sono tornati a casa dalle loro famiglie visibilmente sconvolti e la prevedibile reazione dei genitori non si è fatta attendere: sul gruppo Facebook delle mamme della scuola è partito un passaparola indignato che in poco tempo è giunto alle orecchie del preside della scuola. Il direttore scolastico ha chiesto scusa alle famiglie e ha promesso che la maestra in questione non avrebbe più lavorato per quell’istituto.
Il fatto riporta alla mente dei genitori una domanda frequente: quando e come dire ai propri figli che Babbo Natale non esiste? Le ultime ricerche psico-pedagogiche in merito suggeriscono di lasciare che i bambini scoprano da soli e senza fretta la verità. Di solito la scoperta avviene attorno ai 7-8 anni. Se, attorno a questa età, i bambini cominciano a fare domande, molto probabilmente hanno già grossi dubbi e hanno capito come stanno le cose. In questi casi, bisogna confermare le loro intuizioni: forse ci rimarranno un po’ male all’inizio, ma globalmente reagiranno con tranquillità. Se le domande dei bambini sembrano più richieste di rassicurazione, si può dire che Babbo Natale si fa aiutare dai genitori. Questa risposta li avvicinerà alla scoperta della verità che, comunque, non tarderà ad arrivare. Se il bambino è molto piccolo, ha sentito dire che Babbo Natale non esiste e ci è rimasto male, va rassicurato. Ad esempio, gli si può dire che alcune persone non credono a Babbo Natale, ma altre sì. Avrà tutto il tempo per scoprirlo in seguito.