Quello del crocifisso in classe è un tema che si ripresenta in maniera ciclica e accende gli animi, sia di esponenti politici, sia delle persone comuni. Da anni la possibilità o meno di esporre nei luoghi pubblici simboli della religione cristiana spacca l’opinione pubblica tra chi difende a spada tratta le tradizioni religiose italiane e chi invece è fermamente convinto della laicità della Stato ed è attento a non turbare la sensibilità di chi professa religioni diverse.
In questi giorni si è ripreso a parlare dell’argomento, anche per l’avvicinarsi delle feste natalizie, e il Ministro dell’istruzione leghista Bussetti ha espresso chiaramente la sua posizione durante un comizio in Piazza del Popolo a Roma: “rimettere i crocifissi in classe almeno durante il periodo natalizio”. Parole che hanno trovato l’appoggio anche del vice premier Matteo Salvini, che proprio in occasione di un suo intervento, ha sventolato un crocifisso davanti alla folla.
La Lega, da sempre attenta a questo argomento, ha presentato alla Camera una proposta di legge per rendere obbligatoria l’esposizione della croce nei luoghi pubblici come università, scuole, carceri, uffici pubblici, consolati e ambasciate. Chiunque si rifiutasse di rispettare tale obbligo sarebbe costretto a pagare multe salatissime. Nel caso di scuole per esempio, la sanzione graverebbe sui dirigenti scolastici.
Le polemiche non hanno tardato ad arrivare e la voce dell’opposizione si è fatta sentire: Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, ha fatto sapere il suo pensiero con un ironico messaggio su Twitter: “E io che pensavo che nelle aule delle nostre scuole fosse necessario ed urgente mettere Lim, strumenti audiovisivi e banchi decenti…”