Ogni giorno in tv e nei social, su internet e alla radio, siamo bombardati da notizie che riguardano episodi di violenza, aggressioni e atti di bullismo, spesso da parte di ragazzi adolescenti. I fattori che portano un ragazzo a diventare violento possono essere molteplici, riguardare la sua personalità, o il contesto familiare e sociale dal quale proviene. Ci sono effettivamente dei “fattori di rischio” che favoriscono l’emergere di determinate condizioni psicopatologiche.
Il Dr. Khurana, professore dell’Università dell’Oregon, ed i suoi collaboratori, hanno condotto una ricerca allo scopo di esaminare gli effetti che l’esposizione a programmi tv violenti e alti livelli di conflittualità familiare hanno sulla messa in atto di comportamenti aggressivi da parte degli adolescenti.
È stato condotto un sondaggio online, che è stato somministrato a un campione di circa 2000 adolescenti, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, in cui veniva loro richiesto quali film e spettacoli avessero visto e quante volte, se fossero stati recentemente coinvolti in una lotta fisica, in atti di bullismo di cyberbullismo. Rispetto al conflitto familiare, agli adolescenti è stato chiesto con quale frequenza nelle loro famiglie avvenissero episodi di critica, litigi e scontri fisici.
I ricercatori hanno evidenziato che l’osservazione ripetuta nel tempo di episodi di violenza attraverso i media, da sola, rappresenta un rilevante fattore di rischio per i comportamenti aggressivi, anche in presenza di punteggi bassi per gli altri fattori di rischio.
I ricercatori hanno inoltre rilevato che la supervisione genitoriale si configura come un importante fattore di protezione.
Questo studio rimarca l’importanza di monitorare costantemente l’attività dei propri figli, non solo a scuola e tra amici, ma soprattutto nell’utilizzo dei media.