Il ritorno di Mary Poppins, film fantasy-musicale sulla tata più famosa del mondo, è uscito nelle sale italiane il 20 dicembre. I piccoli Michael e Jane Banks, che noi tutti ricordiamo saltellanti tra i comignoli di Londra in compagnia della magica Mary Poppins, sono ormai cresciuti.
Michael è ormai un uomo adulto, vive ancora nella sua casa d’infanzia, ha tre figli e anche lui, come il padre e il nonno, è banchiere ma non passa un buon periodo: ha un lavoro precario e la moglie è appena morta, lasciando casa e famiglia nel caos totale, nonostante la domestica faccia del suo meglio per gestire la situazione. Anche Jane tenta di aiutare suo fratello e i suoi nipoti appena le è possibile, nonostante i suoi numerosi impegni di attivista. In questa situazione i bambini di Michael stanno crescendo in fretta e stanno dimenticando la gioia e la spensieratezza della loro età. Ed è in questo momento che nelle loro vite entra, giovane come un tempo, la straordinaria bambinaia che con i suoi poteri è in grado di trasformare le mansioni domestiche in fantastiche avventure. Grazie a lei, nella casa dei Banks ritornerà l’allegria, l’amore e le risate.
Già con Saving Mr. Banks, che ricostruiva la storia dei rapporti tra Walt Disney e Pamela L. Travers, avevamo scoperto quanta fatica aveva fatto il signor Disney per convincere la scrittrice della storia a trasformare Mary Poppins in un film per tutti, un capolavoro animato con canzoni, fantasie e coreografie straordinarie.
Il Ritorno di Mary Poppins è un sequel che non è un sequel: ripropone tutte le situazioni che abbiamo già visto nell’originale, dando al film l’aspetto di un omaggio o addirittura di un vero e proprio rifacimento. Persino la scena dei ragazzi che ballano scatenati con i lampionai ricorda moltissimo (troppo) quello degli spazzacamini sui tetti.
L’atmosfera in questo film è più realistica, c’è un lutto, la crisi economica, tanta amarezza, e in tutto questo Mary Poppins sembra un po’ fuori contesto.
Forse per i più piccoli è un film divertente, ma non sarà facile da amare per chi è cresciuto con l’originale. La rilettura di un grande classico è un’operazione impegnativa, e quando si punta in alto come in questo caso, sarebbe meglio allontanarsi il più possibile dall’originale, perché altrimenti il paragone risulta inevitabile, e quasi sempre il confronto vede uscire perdente la “copia”. È per questo motivo che Il Ritorno di Mary Poppins non fa altro che lasciare un senso di nostalgia per il passato e per una magia che non c’è più.