Polemiche che non si placano sul questionario “razzista”

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Ha fatto discutere quello che è accaduto all’Asl di Bolzano, protagonista di uno spiacevole episodio a sfondo razzista.

L’azienda sanitaria aveva fatto recapitare presso una scuola media del Trentino Alto Adige un modulo del servizio di neuropsichiatria che, sarebbe servito agli insegnanti per una valutazione di alcuni ragazzi e per delineare il loro profilo. Ma il questionario ha fatto indignare non solo il Trentino Alto Adige ma da Nord a Sud tutta l’Italia ha puntato il dito contro quella che a tutti gli effetti è apparsa come una vera e propria discriminazione razziale. Era presente infatti, tra le voci da compilare, anche quella riferita al gruppo etnico e razza dell’alunno. Una richiesta del genere in Italia non si vedeva dai tempi del regime fascista ed è subito scoppiato il caso.

Non sono servite a molto nemmeno le scuse della Direzione Generale e Sanitaria dell’ASL di Bolzano, che si è giustificata affermando che la figuraccia nazionale era dovuta ad un’errata traduzione da un modulo simile inglese usato come punto di riferimento.

“Capiamo tutto – dicono gli insegnanti con un po’ di amarezza – capiamo che si tratti di moduli standard redatti negli Stati Uniti, dove la legge prevede che si chieda anche quale sia la razza. Ma quello che non afferriamo è come mai nessuno al Comprensorio sanitario di Bolzano se ne sia accorto e si sia fatto una domanda. Evidentemente trovano normale che si domandi ad uno studente a quale ‘razza’ appartiene”.

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