Essere giovani ai giorni nostri può essere davvero difficile. Come può esserlo fare l’insegnante. I ragazzi vivono molto spesso situazioni familiari difficili, che li rendono indisciplinati, irrequieti e talvolta irrispettosi delle regole. Allo stesso tempo all’insegnante viene chiesto di gestire e capire le dinamiche relazionali dei propri alunni, compito sempre più arduo, soprattutto a causa della cattiva organizzazione di molti plessi scolastici, che non permette al docente di lavorare in tranquillità e dedicarsi alle problematiche dei singoli.
Per queste ragioni si sta pensando di introdurre all’interno della scuola la figura dello psicologo, che in America esiste già con il nome di “mentor” e che, grazie alla sua professionalità, potrebbe prendere in esame le situazioni di conflittualità comportamentale presenti nella classe, cercando di dare un aiuto e di fare da mediatore. Questo professionista sarebbe di grande aiuto per tutti quegli insegnanti demotivati e insofferenti, perché costretti a lavorare in classi di adolescenti che non ascoltano, non rispettano le autorità e gli ambienti in cui vivono e che si mostrano solo interessati alla moda del momento. Ma soprattutto sarebbe di supporto a quei ragazzi che, molto spesso, nascondono dietro comportamenti indisciplinati problematiche sociali anche gravi. Ci sono ragazzi che quotidianamente sono alle prese con problemi più grandi di loro, malesseri psicofisici, una condizione sociale ed economica svantaggiata, traumi familiari come lutti o separazione dei genitori. Questi disagi, se non affrontati, rischiano di trasformare un ragazzo in un individuo represso e con difficoltà ad interagire col prossimo. Lo psicologo porterebbe un po’ di chiarezza, li aiuterebbe ad acquisire più consapevolezza, a comprendere che certi comportamenti a scuola non sono giustificabili e magari ad incanalare la loro rabbia o frustrazione in progetti più costruttivi e utili alla loro crescita. Sarebbe infine un ottimo mediatore tra docente e alunno, contribuendo a creare tra loro quel feeling necessario a creare una corretta corrispondenza d’intenti e di dialogo.