Come gestire una classe rumorosa in poche e semplici mosse

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Non è semplice per un insegnante, nemmeno il più esperto, avere a che fare con una classe numerosa e molto rumorosa. E questa è una situazione che purtroppo si presenta frequentemente nelle scuole ai giorni nostri, in cui molto spesso l’organizzazione e la distribuzione degli allievi nelle classi lascia molto a desiderare.

Per mantenere gli studenti al proprio posto ogni insegnante sviluppa quindi, per puro spirito di sopravvivenza, delle tecniche di gestione.

La prima regola è essere un’autorità “buona”: per farsi rispettare infatti, è necessario che gli allievi apprezzino il lavoro di quell’insegnante e il modo in cui viene svolto. Una volta conquistata la loro stima, anche riportare l’ordine in classe diventerà semplice. Fondamentale è anche individuare quali sono i classici “elementi di disturbo” presenti in ogni gruppo, quel o quei ragazzi particolarmente vivaci ed esuberanti che trascinano il resto dei compagni in considerazioni non attinenti alla lezione, in battute e risate o peggio in comportamenti irrispettosi. Se si riesce a prevenire e gestire i loro “momenti di euforia”, si sarà fatta prevenzione. Anche quando si riprende gli alunni per un comportamento sbagliato non è produttivo parlare genericamente con tutti perché in questo modo, nessuno si sente davvero toccato dal rimprovero: guardare dritto negli occhi chi in quel momento si sta comportando in maniera scorretta e invitarlo a smettere calmerà lui e di conseguenza lo farà con tutti gli altri.

E poi, mai come in questo caso, funziona la regola del buon esempio: un insegnante abituato ad urlare in ogni occasione non può certo pretendere dalla sua classe toni bassi di voce o silenzio. Parlare con toni calmi e pacati anche per chi sta da questa parte della cattedra è un invito a fare altrettanto.

E infine la regola più grande è che non esistono regole uguali per tutti: ogni classe ha al suo interno dinamiche diverse, personalità diverse e caratteri da capire e con cui entrare in relazione. Anche nel lavoro dell’insegnante è facile cadere in errore e se questo accade, proprio come si chiede agli studenti, inutile piangersi addosso: rimboccare le maniche e riprovare è l’unica strada per riuscirci.  

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