Storia sì, storia no all’esame di Maturità?

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All’annuncio di qualche mese fa sull’abolizione della traccia di storia dalla prima prova dell’esame di Maturità, erano stati molti i docenti che avevano protestato. Il Ministro Bussetti aveva replicato, sostenendo che il ruolo della storia nel nuovo esame sarebbe stato anzi rafforzato, in quanto ognuna delle tre tipologie previste per la prima prova scritta avrebbe potuto interessare l’ambito storico. Ed effettivamente le tracce proposte nelle simulazioni del 19 febbraio hanno rispettato la promessa fatta: per quanto riguarda la tipologia A, la traccia del testo di Giovanni Pascoli, la Patria, è inquadrabile in un contesto storico, e quello di Elsa Morante ha un riferimento storico addirittura nel testo scelto, “La Storia” appunto.

Anche nella tipologia B la storia è protagonista: nell’esempio n.1 viene richiesto di esaminare il pensiero dello storico Arnaldo Momigliano, che considera “fondamentale l’interesse generale per le cose del passato e il piacere di scoprire in esso fatti nuovi riguardanti l’umanità”.

Anche il testo basato sui Diritti umani non può non comprendere un riferimento alla storia, anche solo nella necessità di citare grandi personaggi del passato come Nelson Mandela, che ha fatto dei diritti umani la sua bandiera più importante.

E lo stesso vale per l’esempio n.3 sull’identità culturale e sulla globalizzazione, argomento che non può essere separato dalle varie epoche storiche che ne hanno visto la nascita e lo sviluppo.

Infine c’è la tipologia c, che chiedendo ai giovani di riflettere sul tema della felicità, partendo però da un confronto con lo Zibaldone di Leopardi, suggerisce un confronto tra due epoche così lontane e diverse in cui si sviluppa quest’emozione.

Il consiglio che va a tutti gli studenti è dunque quello di porre molta attenzione a questa materia in questi mesi di scuola, in modo da trovarsi preparati e in grado di muoversi con disinvoltura.

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