L’insegnante di Palermo ha davvero commesso un errore?

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È sulla bocca di tutti la storia dell’insegnante di Palermo che, un paio di settimane fa, è stata sospesa per due settimane dall’Ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe controllato il lavoro di alcuni suoi studenti. I ragazzi, in occasione della Giornata della Memoria, avevano presentato in classe un elaborato di gruppo e, nella proiezione del video, si vedevano accostate le leggi razziali del 1938 al ben più recente “decreto sicurezza” di Matteo Salvini. Un attivista di CasaPound venuto a conoscenza di questo video, in un modo ancora da capire, aveva “dato l’allarme” sui social, interpellando direttamente il Miur e chiedendo a gran voce un provvedimento per questa grave mancanza di rispetto nei confronti del vicepremier. A questa segnalazione era poi seguita un’ispezione e poi la sospensione. Sospensione che ha fatto molto discutere, perché la normativa vigente riguardo la vigilanza degli insegnanti sugli alunni si riferisce alla loro incolumità fisica e non certo al loro lavoro didattico.

Rosa Maria Dell’Aria ha 63 anni e svolge il suo lavoro di docente da oltre quarant’anni, e si dice molto addolorata per questa sospensione. Afferma che l’elaborato è stata un’idea dei ragazzi, che, dopo le spiegazioni in classe e alcune letture fatte in autonomia, hanno sviluppato il loro libero pensiero.

In molti si sono schierati dalla parte della prof: il vicepreside della scuola, Pietro Corica, ha parlato di provvedimento «eccessivo»; diversi partiti politici e sindacati hanno difeso la professoressa Dell’Aria, e su alcuni giornali sono stati intervistati anche i suoi studenti e i rappresentanti dell’istituto. L’insegnante si è difesa affermando che “il suo lavoro di insegnante consiste nel modificare il libero convincimento laddove possa essere offensivo, denigratorio o osceno, ma non quello di reprimere le opinioni. Il mio modus operandi è cercare che i ragazzi si formino un pensiero libero, critico, che siano attenti ai fatti della realtà e che imparino a ragionare e a pensare. Che si formino delle opinioni”.

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