I bambini hanno spesso comportamenti imprevedibili, alternano momenti di calma apparente, in cui giocano o guardano la tv serenamente, a vere e proprie crisi caratterizzate nelle situazioni peggiori da urla, pianti, lanci di oggetti e botte!
Nei casi in cui il loro comportamento può essere considerato pericoloso, per il bambino stesso o per gli altri, la tecnica del “Time Out” potrebbe salvare la situazione.
Il “Time Out”, come dice il suo stesso nome, è un momento di pausa, valido non solo per il mondo dello sport ma anche per quello dell’educazione: consiste nell’allontanare fisicamente il bambino dal luogo in cui ha avuto il comportamento sbagliato e collocarlo per una breve durata di tempo in una zona neutra, isolata e priva di distrazioni. Durante il “Time Out” il piccolo dovrà riflettere sull’errore commesso e allo stesso tempo riacquistare la calma e la lucidità persi. Proprio per questa ragione spesso il “Time Out” è molto utile anche se praticato dal genitore stesso, anche lui spesso travolto dalla rabbia e dalla stanchezza e quindi incapace in quel momento di gestire con calma il capriccio del figlio.
Non è una punizione dunque mandare il bambino in “Time Out”, per questo gli si spiega con calma il motivo per cui è necessaria questa pausa, finita la quale dovrà sistemare il guaio che ha combinato, se è possibile.
La durata dipende dall’età, un minuto per i bambini di tre anni, a cui si può aggiungere un minuto per ogni anno in più del piccolo.
Da tenere assolutamente a mente: bisogna avvisare una volta sola e in modo deciso che sta per arrivare il “Time Out”; il luogo nel quale si svolgerà deve essere monotono e privo di giocattoli e distrazioni; durante la pausa nessuno deve rivolgere la parola al bambino, nemmeno se questo cerca di attirare l’attenzione; il timer che determina l’inizio e la fine della pausa deve essere posizionato in modo che anche il bambino senta il suono dell’inizio e quello della fine.
Se il bambino si rifiuta di andare in “Time Out”, proponete in alternativa una rinuncia a qualcosa che ama, lanciando così un messaggio chiaro: o collabori o riceverai una punizione.
Se usato correttamente il “Time Out” è un modo efficace per lavorare sull’autocontrollo e l’autodisciplina del bambino e aiutarlo a controllare le sue emozioni negative.