Figli in piena crisi adolescenziale: i consigli per gestire i loro sbalzi d’umore

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Non sempre un comportamento capriccioso e provocatorio di un figlio è indice di cattiva educazione o arroganza, anzi molto spesso, ci dicono gli esperti, nasconde un disagio e un malessere molto più profondi.

L’età adolescenziale è il momento delle grandi sfide, dei cambiamenti e talvolta delle speranze e dei sogni falliti, e spesso i ragazzi sono incapaci di comunicare questa loro tristezza, che sfogano attraverso atteggiamenti discutibili.

Come può un genitore affrontare al meglio queste crisi, stando vicino al proprio figlio senza per questo “dargliele tutte vinte”?

Oggi si è affermato nelle famiglie un modello educativo incentrato non più su rigide regole da seguire ma sul dialogo e la condivisione. Il primo consiglio è dunque proprio quello di ascoltare senza pregiudizio ciò che hanno da raccontare, le loro ansie e dubbi, anche se ci sembrano lontani da noi o possono apparirci superficiali.

Altra buona abitudine è quella di informarci su come va la loro vita, ma non solo quella scolastica come spesso accade. È utile chiedere anche come va con gli amici, con la fidanzata, persino come vanno le cose sui loro social! Dimostreremo che ci interessano nella loro interezza, in tutte le loro sfaccettature e che siamo curiosi di conoscere anche quelle parti del loro mondo che non ci appartengono in prima persona.

In caso di punizioni, scegliamo sempre la strada della costruttività piuttosto che quella della privazione: al posto di sequestrare la playstation per una settimana, si può decidere di obbligarli a svolgere dei lavori di casa. In questo modo quella che nasce come una punizione può trasformarsi in un’ottima occasione per imparare qualcosa di nuovo e sentirsi utili.

Se vanno male a scuola, indaghiamo sulle possibili motivazioni: una delle più comuni può essere quella di non riuscire a studiare da soli in camera. La solitudine infatti è spesso un ostacolo emotivo nell’età adolescenziale e la soluzione più semplice potrebbe risultare quella di farli studiare insieme ad un gruppo classe.

Ultimo consiglio: armarsi di buona pazienza! È un’età difficile ma passerà!

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