La scuola che c’è in un progetto delle Medie di Balerna

204

Alla Scuola media di Balerna, in Svizzera, nella Settimana dell’interdisciplinarità, gli insegnanti hanno saputo conquistare l’attenzione degli allievi con un progetto educativo che ha portato la vita reale, e i suoi problemi, in classe. Il tema, molto attuale: i cambiamenti climatici. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo gli studenti dalla prima alla quarta hanno studiato e analizzato assieme gli effetti che i cambiamenti del clima e dell’ambiente hanno sulla nostra quotidianità. Ogni classe ha poi dovuto svolgere sull’argomento un proprio elaborato.

L’iniziativa ha coinvolto l’intero istituto, che conta oltre 240 alunni. Guidati da quattro insegnanti, gli allievi hanno scoperto che imparare può e deve essere un’esperienza piacevole. Il compito affidato alle terze era di acquistare gli alimenti a impatto ambientale minimo per un pic-nic, con un budget a disposizione di 10 franchi, ed è stata un’ottima occasione per rinforzare i legami già esistenti e creare nuove amicizie.

Le prime si sono occupate della situazione presente e del futuro di Bosco Gurin, meraviglioso borgo svizzero del Canton Ticino, immaginando quale sarà la situazione nel 2050, con le condizioni climatiche attuali.

Le seconde invece sono state chiamate a elaborare un pieghevole mirato a sensibilizzare le famiglie sul risparmio energetico, proponendo suggerimenti concreti. Per i ragazzi delle quarte è stato pensato il compito più difficile: creare un manifesto di denuncia utilizzando un linguaggio iconografico e di effetto. E i ragazzi sono riusciti nel loro obiettivo, creando slogan accattivanti e per nulla banali.

“Noi docenti”, conferma uno degli insegnanti coinvolti nel progetto; “siamo molto contenti di come hanno reagito i ragazzi. Abbiamo anche chiesto agli alunni di esprimere un giudizio sul lavoro svolto e di raccontarci come hanno vissuto la settimana e il responso è stato molto positivo. È piaciuta soprattutto l’opportunità di dire la loro riguardo tematiche importanti. Si sono sentiti considerati e allo stesso tempo, si sono responsabilizzati”.

 

Print Friendly, PDF & Email