La Magistri Cumacini, l’istituto tecnico comasco che sei anni fa venne incoronato dalla Fondazione Agnelli come la scuola migliore della Lombardia, oggi non ha molto da festeggiare: solo un alunno del primo anno su tre è stato promosso, mentre gli altri o sono stati bocciati oppure hanno preso da uno a tre debiti formativi.
Il 32% dei trecento ragazzi iscritti al primo anno è stato respinto, mentre un altro 33% ha trovato scritto sui quadri esposti nei giorni scorsi «giudizio sospeso».
“Gli anni scorsi era andata meglio”, spiega il dirigente dell’istituto, Enrico Tedoldi, “quest’anno le bocciature sono state molte e non vado fiero della cosa. Anzi ho già detto ai miei assistenti e ai professori che il prossimo anno dobbiamo lavorare per invertire questa tendenza. Questo non significa derogare al nostro ruolo di insegnanti e aprire al lassismo, la nostra scuola è impegnativa nel senso che chiediamo molto ai ragazzi, ma diamo loro anche molto in termini di qualità dell’insegnamento. Purtroppo sono mancati dei riscontri durante l’anno, dei momenti di verifica e valutazione per permettere ai ragazzi di capire che la loro preparazione era insufficiente e cambiare metodo di studio”.
In alcuni casi anche il voto di condotta ha influito sulla valutazione finale.
La Magistri Cumicini è una scuola inflessibile, che però offre anche grandi possibilità di sbocchi lavorativi al termine del percorso. Oggi è una delle scuole più grandi della provincia di Como con i suoi 1.200 iscritti. Un diploma qui vale quasi quanto una mini laurea ed è per questo che molti dei ragazzi bocciati ritenteranno ancora l’anno prossimo. Il preside consiglia ai ragazzi bocciati di non mollare e di ripartire l’anno prossimo più motivati e consapevoli. Con il giusto impegno anche le materie più difficili si possono imparare.