Quando a stipulare un rapporto di collaborazione sono un istituto agrario e la Soprintendenza Pompei, il progetto che ne viene fuori ha assolutamente un suo fascino. Si intitola “Fare agricoltura e mantenimento del verde in ambito archeologico” la convenzione fra Soprintendenza e Istituto agrario superiore Cesaro Vesevus, stipulato già nel 2014 e ancora attivo, che vedrà gli studenti recuperare tecniche colturali e coltivazioni antiche, acquisire competenze utili in un futuro lavorativo, stimolare il legame storico culturale con il territorio, sviluppare capacità operative e progettuali. E ancora più importanza assumono questi progetti di alternanza scuola-lavoro alla luce della nuova proposta di legge sulla Buona Scuola che vede i progetti degli ultimi anni di liceo come materia di esame per la maturità.
Il lavoro sarà coordinato sul campo oltre che dai docenti della scuola, anche dai ricercatori dei laboratori della Soprintendenza, nei locali sparsi su tutta l’area archeologica adibiti alle varie attività. Lo studio vedrà anche delle fasi prettamente teoriche, con un approccio su testi antichi per lo studio di autori e passi che trattavano di agricoltura, ma anche molte fasi pratiche sul tipo di coltivazioni presenti negli scavi prima dell’eruzione del 79 d.C., con una simulazione di colture antiche sul terreno, e una produzione fotografica delle varie fasi di crescita di piante, fiori o frutti. Ciò che nascerà dal suolo pompeiano, frutta e ortaggi, saranno a fine progetto donati ad enti assistenziali della zona.
Un progetto didatticamente valido quindi, non solo per la particolarità, ma anche per favorire la riscoperta e la conservazione del territorio e della sua biodiversità.