I bimbi stranieri più colpiti dai problemi di linguaggio

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Secondo i dati pubblicati dal Miur, dei 300.000 bimbi stranieri, tra i 6 e i 12 anni, che frequentano la scuola primaria e secondaria in Italia, il 9,4% ha disturbi del linguaggio, come balbuzie, disturbi della lettura e scrittura, ipoacusie, ritardi cognitivi.

Spesso sono proprio la conoscenza e la comprensione della lingua italiana le due principali difficoltà che i minori immigrati, sia di prima che di seconda generazione, si ritrovano a dover affrontare al momento del primo ingresso a scuola italiana. Gli stessi educatori, sia della scuola materna che della scuola primaria, spesso rimandano agli operatori sanitari il sospetto di disturbi specifici del linguaggio (DSL) o, più avanti nel tempo, di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

In realtà parlare di DSL o DSA nei bambini immigrati è alquanto pericoloso, per il rischio di scambiare per DSL o DSA, ovvero per disturbi con una forte matrice neurocognitiva, una difficoltà che è legata all’apprendimento della seconda lingua, l’italiano. Questi bambini sono, infatti, a tutti gli effetti dei bambini bilingui, con tutte le problematiche che la letteratura associa all’apprendimento di una seconda lingua in termini fonologici, lessicali, morfosintattici e pragmatici.

L’approccio multiculturale e multiprofessionale diventa il solo modo per entrare in contatto con la vita di questi bambini e conoscerne la storia, fatta di una propria cultura, lingua, credo religioso.

La trasformazione dell’Italia in un Paese sempre più multietnico determina quindi richieste di terapie specifiche, e nuove sfide attendono quindi il logopedista e tutte le figure professionali cui viene richiesta la capacità di progettare interventi riabilitativi con pazienti aventi un background culturale ed etnico diverso.

“Generalmente- sottolineano gli esperti- occorrono due anni di permanenza in un Paese per raggiungere una buona capacità conversazionale ma se dopo 6 mesi di permanenza in Italia il bambino non è per niente in grado di esprimersi in italiano, è necessario un approfondimento”.

 

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