In Italia e all’estero, alcuni psicologi ragionano da tempo sull’ipotesi di proporre una variazione dell’orario di inizio lezione, fissato per consuetudine alle 8 del mattino.
Gli studiosi si stanno interrogando se le ore di sonno degli studenti, soprattutto quelli in età infantile e adolescenziale, siano quelle di cui l’organismo ha più bisogno e che, pertanto vadano maggiormente salvaguardate.
La dottoressa Silvia Amendola, psicologa presso l’Ospedale Bambino Gesù, spiega in un’intervista: “è necessario curare molto di più il momento dell’addormentamento. A un certo punto la giornata di bambini e adolescenti deve finire per lasciare spazio al riposo”.
La riflessione si riferisce allo stile di vita dei giovanissimi, sempre più alle prese con cellulari, pc e tablet che spesso sostituiscono il classico libro da leggere prima di addormentarsi. Spesso, l’uso di questi strumenti prolunga ulteriormente il periodo di veglia a scapito del numero di ore di sonno necessarie all’organismo.
Secondo gli ultimi studi, in Italia gli adolescenti tendono a dormire meno di sei ore per notte. Negli Usa tre ragazzi su quattro tra i 14 e i 18 anni dormono meno di otto ore per notte, cioè il minimo consigliato dalla American Academy of Sleep Medicine. In America però, le scuole iniziano alle 8,45.
Al di là degli orari di inizio delle lezioni, gli esperti raccomandano 9 ore di sonno per i ragazzi in età compresa tra i 6 e i 12 anni e precisano che entrare a scuola più tardi non deve in ogni caso diventare un alibi per andare a letto ancora più tardi.
Spesso si aspetta l’arrivo a casa del papà o della mamma dopo la giornata di lavoro, si gioca insieme e poi tutti a letto alle 23: un’abitudine considerata assolutamente sbagliata.