Il 12 e 13 novembre 2018, a Palermo, si è tenuto il Convegno nazionale “Il Liceo Economico Sociale: crocevia culturale dell’educazione economica, giuridica e sociale” promosso dalle Rete nazionale dei Licei Economico Sociali.
In questa occasione è stato presentato il “Libro Bianco per il Liceo Economico Sociale”, edito dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici del MIUR, con la collaborazione dell’Apidge, l’Associazione degli insegnanti di Scienze giuridiche ed economiche. È il momento di ripensare al ruolo che questo indirizzo di studi ha all’interno del percorso formativo e professionale del nostro sistema d’istruzione. Esiste infatti un grosso movimento di idee e di persone, anche non propriamente “addette ai lavori”, che vorrebbe scelte più coraggiose in direzione della centralità non dei programmi, ma dello studente. E il primo biennio del Liceo delle Scienze Umane, nella sua opzione economico-sociale, è un momento di didattica innovativo e adattabile in proiezione ad ogni altro percorso di studi. Si fa sempre più strada infatti la teoria secondo cui la scuola non può e non deve essere fatta soltanto di competenze e di abilità, che privilegino conoscenze settoriali. Bisogna lavorare affinché si superino barriere e contrapposizioni tra i vari indirizzi di studio, in modo da assicurare a tutti gli studenti, almeno nel primo biennio, gli apporti conoscitivi e le potenzialità formative alla base della cultura di un territorio e dell’intero Paese.
In questo contesto il Liceo economico sociale appare oggi uno dei pochi indirizzi di studio che sembra rispondere ai nuovi obiettivi: l’umanesimo della scienza, lo spirito di responsabilità sociale, la ricerca di equilibrio tra le componenti intellettuali, etiche, affettive e fisiche dello studente, titolare del diritto all’apprendimento. Ed è quindi assolutamente possibile immaginare un primo biennio per tutti gli indirizzi, che prepari il ragazzo proprio su questi aspetti fondamentali del sapere e della conoscenza del mondo.
