La battaglia di Lorenzo, ragazzo sordomuto laureato a pieni voti

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Lorenzo Nizzi Vassalle è un ragazzo di 24 anni che qualche giorno fa si è laureato con 110 e lode all’Università di Pisa in Lettere Moderne. Una storia normale, molto simile a quelle di tantissimi altri ragazzi che ogni giorno portano a termine i loro studi con successo. Invece c’è qualcosa di straordinario dentro questa vicenda perché Lorenzo è un ragazzo sordomuto dalla nascita ed è il primo studente sordo laureato con il massimo dei voti.

Le sue parole subito dopo la proclamazione: “Quando ho visto le mani agitate a mo’ di applauso è stata un’emozione. Ma la battaglia è solo all’inizio. Il momento più bello rimane la seduta di laurea con la mia tesi ‘I sordi, l’audiovisivo e i nuovi media’ con cui ho cercato di diffondere più informazioni possibili sul mondo dei sordi, per dimostrare che grazie al supporto delle nuove tecnologie stiamo diventando sempre più autonomi nella società senza più doverci appoggiare per forza ai nostri amici o familiari”.

Lorenzo è stato dotato al secondo anno di Università e grazie all’intervento dell’Ufficio Servizi di Integrazione disabili, di un computer con un programma di traduzione simultanea che gli ha permesso di studiare come gli altri studenti. È stato il primo a utilizzarlo e il suo aiuto è stato importante perché con la sua esperienza ha potuto segnalare le anomalie del programma e permetterne le correzioni, migliorandolo per chi lo utilizzerà dopo di lui.

Il processo di apprendimento per Lorenzo, sin dall’infanzia, è stato difficilissimo, poiché da subito è stato costretto ad imparare le parole in maniera meccanica e, non potendone sentire il suono, l’unico modo era associarle a immagini e foto che i genitori gli procuravano. E crescendo i problemi sono stati sempre più grandi, come la fatica per stare al passo con i compagni. Soprattutto perché l’Italia è ancora indietro rispetto alle politiche di sostegno nei confronti dei sordi: il disegno di legge sul riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana come vera e propria lingua è ancora fermo alla Camera in attesa di un’approvazione, mentre in moltissimi Paesi europei questo scoglio è già stato superato da tempo. Ed è per questo che la battaglia di Lorenzo continuerà fino a quando, afferma lui, “lo Stato si renderà conto che esistiamo anche noi, anche se non siamo ancora riconosciuti”.

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