Riguardo al tema “compiti a casa”, i genitori si dividono in svariate categorie: ci sono quelli che lasciano i figli completamente soli e autonomi nello svolgimento dei compiti, quelli che si siedono accanto a loro e li aiutano, fino ad arrivare ai casi estremi: i genitori che fanno i compiti al posto dei loro figli, si preparano per un’interrogazione come se fossero loro ad andare a scuola e controllano i voti sul registro elettronico con un’ansia maggiore di quella dello stesso studente!
Tutti gli studi e le ricerche su questo argomento concordano nell’affermare che aiutare i propri figli nei compiti a casa ha un impatto tendenzialmente negativo sullo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima future del bambino/ragazzo.
Questo perchè intervenire in modo massiccio in un procedimento di crescita come quello dell’esercizio e del ripasso a casa trasmette al bambino il messaggio di poca fiducia nei suoi confronti: “ti aiuto a farli io perchè da solo non ne sei capace!”. Peggio ancora sono i casi in cui il genitore si sostituisce al figlio, facendo i compiti al posto suo, magari per mancanza di tempo e pazienza, o semplicemente perchè convinto di aiutarlo e alleggerirlo di un peso. Altro grave errore da non fare è quello di correggere i compiti, riscrivere le risposte in modo corretto e farle ricopiare in bella copia al bambino. In questi due casi si sta intervenendo sul rapporto tra alunno e insegnante, impedendo a quest’ultima di comprendere l’effettivo livello di comprensione del bambino e le eventuali lacune da colmare. Inoltre, correggere gli errori fatti instilla nel bambino l’idea che lo sbaglio sia qualcosa di cui vergognarsi, mentre sarebbe utile che lui imparasse a confrontarsi con la maestra e che scoprisse che sbagliare non è una tragedia, ma semplicemente un modo per fare meglio la volta successiva.
Come deve comportarsi dunque un genitore per far sentire il suo supporto al figlio senza intromettersi troppo? Organizzare uno spazio idoneo per lo studio, aiutarlo a tenere lontane le tentazioni durante i compiti, organizzare gli orari, intervenire con un aiuto in caso di necessità senza affiancare però il bambino durante tutta la fase di lavoro. Ma soprattutto condividere del tempo di qualità con lui, ascoltarlo ripassare una lezione, consigliargli dei metodi per studiare o fare un esercizio, spronarlo a mettersi d’impegno nei giorni in cui è più svogliato, complimentarsi con lui per la buona riuscita di una prova. In questo modo farà sentire il suo sostegno ma lascerà al bambino la possibilità di responsabilizzarsi e diventare lentamente un adulto consapevole.