È sicuramente uno dei periodi più difficili e complicati della vita di una persona: la preadolescenza, il momento di passaggio dall’età infantile a quella matura, con tutti i cambiamenti fisici ed emotivi che questo comporta.
Il bambino, ormai cresciuto, si ritrova dentro un corpo che comincia a prendere le sembianze di adulto ma emotivamente e psicologicamente è ancora legato al suo periodo d’infanzia.
Cosa possono fare i genitori per accompagnare serenamente il proprio figlio durante questa fase delicata della sua vita?
Proprio perchè il bambino sta vivendo un momento di forte confusione bisogna dare regole di comportamento precise: riuscire ad equilibrare divieti e concessioni, dimostrando al proprio figlio di fidarsi di lui senza smettere di rispettare i ruoli, lo aiuterà ad avere dei punti di riferimento saldi.
Non lasciarsi ingannare dal suo nuovo aspetto: anche se il suo corpo sta cambiando, abbiamo ancora a che fare con un bambino e come tale va trattato, senza caricarlo di responsabilità ancora troppo grandi per lui.
Fare i genitori è un po’ come stare in equilibrio su una fune: bisogna lasciar andare…ma non troppo. Fondamentale è quindi dimostrare al bambino di voler rispettare la sua privacy (assolutamente sconsigliato spiare i telefoni e i diari dei figli!), di saperlo consigliare senza imporsi. Ma soprattutto bisogna essere in grado di osservare e cogliere i tantissimi messaggi volontari e involontari che un adolescente comunica agli adulti attraverso i suoi comportamenti.
Si deve evitare di esprimere opinioni troppo nette sulle scelte che compierà in questa fase della sua vita, perché per lui è proprio il momento della sperimentazione e deve sentirsi libero di poterla vivere senza paura di essere giudicato. E per la stessa ragione bisogna cercare di limitare l’istinto di protezione nei suoi confronti: pur non abbassando mai la guardia, non si deve intervenire in conflitti che riguardano la sua sfera sociale, soprattutto se coinvolgono altri adolescenti come lui. Per la sua crescita è fondamentale che lui sappia gestire e risolvere gli scontri in maniera autonoma. I genitori devono limitarsi a osservare da lontano e intervenire solo in caso di reale bisogno.
