La scuola è iniziata e insieme a lei arrivano le prime interrogazioni e verifiche dell’anno. Come reagire quando si scopre che il proprio figlio ha mentito su un voto preso?
La premessa da fare è che solo in alcuni casi la bugia sul brutto voto è indice di menefreghismo e strafottenza del figlio, molto spesso invece la scelta di nascondere un insuccesso nasconde ragioni più profonde.
La prima cosa da fare dunque, per quanto difficile possa essere per un genitore che si sente sicuramente ferito e tradito, è quella di non saltare subito a conclusioni affrettate e ad esclamazioni infelici come “Sei sempre il solito scansafatiche!”, “Mi deludi sempre!”, “Sei un bugiardo!”. Questa reazione non farebbe altro che aumentare la distanza dal ragazzo e fornirgli un precedente per mentire anche in situazioni analoghe future. Il ragazzo può aver mentito per diverse ragioni, la più comune è quella di evitare le punizioni. Questo accade anche perchè spesso i genitori, inconsciamente, si concentrano sulle performance scolastiche dei figli trascurando altri aspetti importanti. La prima domanda che bisognerebbe porre ad un ragazzo che rientra a casa dopo la giornata di scuola dovrebbe essere “come stai?” e invece spesso è “ti hanno interrogato?”. I ragazzi percepiscono questa pressione e si convincono che l’unica cosa che interessa ai genitori sia il rendimento scolastico e di conseguenza mentono sul voto negativo, convinti che riceveranno una punizione e nemmeno una domanda sulle motivazioni di questo risultato. È utile dunque far sentire ai ragazzi l’appoggio e la stima che si provano nei loro confronti e che non dipende solo dal rendimento a scuola ma da mille altri fattori.
Questo atteggiamento è utile per contrastare anche l’altra ragione comune per la quale un ragazzo è spinto a mentire: la paura di deludere le aspettative e la vergogna del fallimento. Infine anche la ricerca di attenzioni può spingere un figlio a commettere gesti “sbagliati” per comunicare ai genitori la sua voglia di essere notato e considerato.
È fondamentale creare un rapporto di fiducia tra genitori e figli: devono sapere che mamma e papà sono alleati e non nemici, che ascolteranno cercando di non giudicare ma anzi aiuteranno il figlio analizzando insieme il problema e trovando soluzioni pratiche.