La chat dei genitori è una trappola in cui ogni mamma è caduta inevitabilmente durante il periodo scolastico dei propri figli. Alla prima riunione si chiede a tutti numero di telefono e indirizzo e-mail. La motivazione è quella di rimanere in contatto, passarsi i compiti in caso di assenza e comunicarsi le notizie più importanti. Nessuno rifiuta. In realtà la chat della classe s’intasa molto presto di messaggi di auguri per ogni festività, di link del buongiorno ogni mattina e di frivoli pettegolezzi che poco c’entrano con l’andamento scolastico dei figli.
Ad ogni comunicazione ufficiale partono una serie interminabile di “grazie” da ogni mamma, ogni giorno una delle mamme più agguerrite segnala agli altri componenti link che lei definisce interessanti: corsi di musica, ginnastica o feste di paese di vario genere. Questo tipo di chat non va in vacanza nemmeno ad agosto quando la scuola è chiusa, perché c’è sempre la mamma super attiva che è già in giro per supermercati ad acquistare tutto l’indispensabile per settembre e che segnala tutte le offerte su zaini, matite, quaderni e penne. La chat è anche l’ufficio degli oggetti smarriti, ogni qual volta un bimbo non ritrova il suo cappellino, giubbotto o portapenne, la chat si riempie di messaggi di mamme investigatrici, che con attenzione minuziosa ripercorrono passo per passo tutti gli spostamenti dell’oggetto incriminato.
Sono decine le domande della chat genitori con un argomento principe: i compiti. Non soltanto quali sono, ma come sono stati eseguiti. «Ma esattamente l’esercizio n.2 a pagina 58 in quale libro lo trovo? è da fare tutto l’esercizio o solo il primo paragrafo?». «Ma voi i cerchi per indicare la decina li state facendo con la penna rossa o usate quella nera come per le unità?».
Qual è il rimedio? Uscire da una chat del genere significherebbe venire demonizzata da tutte le altre mamme quindi l’unica soluzione possibile è silenziare il gruppo e, ogni tanto, quando si è in coda alle poste o in fila alla cassa, infilare qua e là qualche commento per dare l’impressione di essere sempre partecipe. In bocca al lupo!